Al pari di un direttore di orchestra, che fa riferimento agli spartiti, così Johann richiamò alla propria memoria, rifacendosi a simboli mantenuti strettamente segreti, il suono futuro di una sinfonia di essenze che mai prima d’allora era stata suonata. Prima di annusarle materialmente, lasciava che le dozzina di essenze cantassero in coro dentro di lui. Dotato di un naso infallibile, egli era in grado di immaginarsi gli accordi odorosi più disparati e andò ben oltre, compiendo un passo che nessuno prima di lui aveva mai fatto: voleva che questa sinfonia, una volta abbandonata l’orchestra sua creatrice e dopo essere stata udita dai suoi clienti, risuonasse sempre uguale. Voleva che la sua eau de Cologne mantenesse un profumo invariato che la rendesse inconfondibile nel tempo.